
E poi c’è la sovrapposizione delle scritte sul muro, le cancellazioni evidenti di altre precedenti denunce. Segno di proteste successive, di una società che non migliora mai e contro la quale si è “costretti” continuamente e protestare, rinnovando quindi scritte su scritte.
Infine il taglio della foto, con l’evidente sproporzione tra il muro vuoto e la parte occupata dalle frasi, dal passante e dal manifesto strappato. C’è sicuramente un disagio istintivo nel primo approccio visivo alla foto così strutturata, ma successivamente ci si rende conto che è proprio questa sproporzione a fare apparire piccolo (e quindi “fragile”) il ragazzo di colore che passa. Recensione a cura di Carlo Traina.