Evasione, libertà, voglia di scatenare le energie represse dalla vita di città, sono i sentimenti che la foto di Bianca Costa trasmette. L’occhio dell’osservatore va subito alla plasticità del tuffo, e lì si sofferma per ammirare lo stile a la “potenza” del gesto atletico; poi però scorre gli altri elementi della foto, ed allora “scopre” l’altro uomo che guarda il volteggio in aria dell’amico, e soprattutto le scarpe e i vestiti riposti in terra e sul passamano. Sono questi ultimi il segnale di una fuga dalla routine cittadina, probabilmente breve. Molto convincente il controluce “morbido”, che fa distinguere bene le figure senza renderle silhouette.(recensione di Carlo Traina)
La scelta del B & N e dell’inquadratura in “campo lungo” sono i due aspetti che caratterizzano maggiormente questa foto dal punto di vista tecnico e danno vigore al messaggio. L’ampiezza dell’inquadratura, infatti – con la panchina simbolicamente vuota sulla sinistra – permette di sottolineare le rispettive solitudini dei due soggetti: il cane e il suo padrone, messi in evidenza dalla zona più in chiaro del fotogramma. Due solitudini che si fanno compagnia! Belle le “geometrie” dell’arco in alto a sinistra e del muro che degrada verso l’uomo, posto (inutile dirlo) in uno dei punti di forza della regola dei terzi.(recensione di Carlo Traina)
FULL Quanti punti di forza in questa bellissima foto di Cristina Collodel! Innanzi tutto il giusto mix tra la definizione delle persone ritratte e l’effetto vagamente flou che si nota in alcune parti dell’immagine, dovuto al riflesso del vetro ed al mosso. Poi la scelta del B & N, reso ancora più incisivo dal contrasto presente nella cornice naturale. Sebbene la scena rappresenti l’affollamento in un vagone della metropolitana, fa effetto il “disegno ordinato” delle braccia dei viaggiatori mentre le facce tradiscono chiaramente i pensieri e la stanchezza per un altro giorno, non importa se trascorso o da trascorrere. Ma l’elemento più significativo dello scatto (il “punctum”) sta probabilmente al centro della foto: nello sguardo dell’unico bambino ritratto, e in quel suo braccio teneramente stretto a quello della persona a lui vicino. (recensione di Carlo Traina)
Yellow cabs….. Questa situazione poteva essere rappresentata in tanti modi, scegliendo prospettive, angolazioni e scelte tecniche diverse, ma questa è sicuramente una delle migliori. La posizione “in alto” fa arrivare lontano l’occhio, mostrando una fila di taxi che sembra non finire mai, e disegnando quelle tre, quattro file parallele che partono dal vertice sinistro della foto e poi si allargano fino a occupare quasi tutta l’immagine, ravvivata dal giallo che dà brillantezza e vivacità. Forte anche il contrasto che viene trasmesso dalla foto: il dinamismo delle persone (molte frettolose e con i bagagli) e l’assoluto immobilismo dei Taxi, fermi e senza apparenti richieste di “passaggio”.(recensione di Carlo Traina)
Nello scatto il fotografo ha utilizzato molto le geometrie che la galleria offriva: attraverso una serie di cornici successive, lo sguardo dell’osservatore è indirizzano al quadro in fondo alla sala, anch’esso espressione di figure rettangolari. In questo gioco di linee nette si inseriscono con armonia la silhouette della sedia ed il visitatore in controluce. La “solitudine” di quest’ultimo, e le proporzioni tra la sua figura, il quadro e la sala, sembrano ricordarci la distanza che molti sentono nei confronti dell’arte.
nyc street moment at the crosswalk, 2012 Love represented in two of his infinite manifestations: live together, live thinking to another. The expression of the two guys is that of two lovers happy to be together and be able to look in the same direction. The man, on the run, seems to want to cancel the time that separates him from reaching – with flowers – her love. A short “cross” in the way two stories are certainly diverse, with age and social status apart, but share the same feeling.(rewiew by Carlo Traina) “L’amore rappresentato in due delle sue infinite manifestazioni: viverlo insieme; viverlo pensando all’altro.L’espressione dei due ragazzi è quella di due innamorati felici di stare insieme e di potere guardare nella stessa direzione. L’uomo, di corsa, sembra volere annullare il tempo che lo separa dal raggiungere – con i fiori – il suo amore. Un breve “incrocio” nella via di due storie sicuramente diverse, con età e status sociale distanti, ma accomunati dallo stesso sentimento.”
“Right tribute looking to the future – Ground Zero that is born again.” Recensione di Carlo Traina Una foto carica di simbologie e di contraddizioni nella ricorrenza dell’11 settembre. Nello scatto i segni delle ferite mortali di Ground Zero, ma al tempo stesso gli sforzi in atto per la ricostruzione. La tragedia viene evocata dal “nero” pesante che domina buona parte della foto, e la cornice naturale della vetrata diventa – grazie al contrasto – la prigione in cui il ricordo di quel giorno rimarrà – drammaticamente – sempre vivo.
“Non è sicuramente “Le Biaser de l’Hotel de Ville di Robert Doisneau”, ma lo schema è lo stesso: due ragazzi che riescono ad isolarsi ed a ritagliarsi la loro intimità mentre attorno la vita quotidiana scorre tranquilla, con i passanti – come nel “Bacio” di Doisneau – che procedono senza curarsi di loro. Qui il fotografo ha scattato un attimo prima del bacio vero e proprio (se mai c’è stato il bacio), e quindi non c’è l’impeto che troviamo nell’altra famosissima foto. C’è però tanta dolcezza, rappresentata dalla delicatezza con cui il ragazzo tiene la mano di lei. “. (recensione a cura di Carlo Traina)
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